Nel contado di Santa Francesca in Veroli, a Case Verrelli, ha sede la temibile banda Verrelli. Sul capo di Angelo Maria Verrelli, “contadino possidente”, gravano fin dal 1860 molteplici capi d’accusa: dopo aver preso parte alla banda dei briganti Chiavone e Fuoco e compiuto numerosi delitti, entra nelle squadriglie pontificie assieme a Francescane, nella gendarmeria di S. Francesca, ma ne è in breve tempo allontanato “perché continuava a proteggere il brigantaggio”.
Tornato a casa, si pone a capo di una banda cui prendono parte anche i suoi due fratelli e il cugino Pasquale, che muore nel 1871 nel corso di una scorribanda presso Piperno. La sua scaltrezza, l’estesa parentela che lo protegge e il timore che incute agli abitanti ne impediscono a lungo la cattura. Muore nel 1875 poco più che trentenne nell’ospedale di Terracina, dopo essere stato a lungo ricercato per l’ultimo suo crimine, il ricatto ai danni di mons. Theodoli.
Verrelli Angelo Maria, è ricordato quale capo banda specializzata in sequestri di persona. Le fonti storiche fanno riferimento al sequestro di Egidio Vitale imprigionato sul Monte Tranquillo a Sora, a quello di Tambucci a Piperno, a quello perpretato a carico di persona anonima residente a Roccasecca, sino al più noto commesso nei confronti del monsignor Theodoli Augusto a Trisulti, al quale sottrasse l’anello strappandolo dal dito. Altri documenti riferiti al periodo che va dal 9 febbraio 1874 al 13 ottobre 1874, fanno riferimento sia a somme disposte come taglia dalla Sottoprefettura di Frosinone, sia delle attività di polizia, perquisizioni e interrogatori, per procedere all’arresto del Verrelli e recuperare gli scudi dei riscatti.
Tratto da “Giustizia e Criminalità a Veroli tra 800 e 900”.