Intorno all’anno 950 il Papa Giovanni XIII fu pesantemente condizionato dalla presenza di potenti famiglie nobili romane che erano in lotta tra loro per la supremazia sull’intera regione.>Egli preferì non contrastarli favorendo il consolidarsi della nobiltà provinciale. Crebbe così in prestigio e in potenza, la famiglia detta dei Roffredi di Veroli che ben presto si inserì nella lotta tra varie fazioni di Roma schierandosi a fianco di altre famiglie nobili.
Appartenente alla gerarchia militare pontificia essa fu investita del titolo di duca e console che tenne per quasi un secolo e mezzo fino a che si estinse nell’XI secolo.
Nello stesso periodo poi, si verificarono gravi avvenimenti dovuti all’invasione dei Saraceni che dal meridione si erano spinti quasi fino a Roma. Sappiamo quanto terrore seminarono tra le popolazioni con cui venivano a contatto e quanto danno arrecarono, motivi per cui tutti si rifugiavano nei posti protetti da mura altissime e torri. Esse venivano erette come avvistamento dei nemici e nella maggior parte dei casi inglobate in un complesso edilizio.
Tra gli avvenimenti sorprendenti, riguardanti la famiglia Roffredi, ci fu la donazione di una proprietà detta di San Cesareo , alla chiesa di S. Erasmo; zona oggi conosciuta come “ La Torre”. La donazione fu fatta dai duchi Landuino e Ratterio figli di Roffredo I, già duca e console di Veroli.
Oltre a questa, fecero opere di bonifica, ampliando la strada che da Santa Francesca conduce al Monastero, di cui la torre fa parte, restaurando la fontana detta tutt’ora di San Cesareo e cingendo di mura la torre.
Con gli avvenimenti storici prima, l’esposizione agli agenti atmosferici e il totale abbandono poi, hanno fatto si che oggi troneggi solo un rudere tra una folta vegetazione di rovi e vitacee.
In questo contesto di degrado, è magnifico lo spettacolo primaverile in cui stormi di uccelli solcano il cielo, le rondini garriscono e nidificano tra i massi e il biancospino. Tutt’intorno un inebriante profumo di mentuccia selvatica, un colore giallo cangiante delle ginestre che costituiscono un cordone invalicabile quasi a voler proteggere e racchiudere il passato.
Essa,la torre, già conosciuta come “Distaccamento dell’Amaseno”, nell’ultimo periodo del Regno Pontificio, resiste ancora a tutto, sovrasta Santa Francesca e guarda giù tutta la vallata dell’Amaseno.
Virgilio schiude ai nostri occhi il pittoresco panorama, abitato dai nostri avi: sono pianure, monti, valli, rupi e rocce irrigate da fiumi e torrenti, ”roscida rivis ernica saxa colunt…..Amasene pater” .
Per Santa Francesca essa è un simbolo, un punto di riferimento e proprio per questo, meriterebbe di essere ristrutturata e riportata all’antico splendore.
Martin Luter King diceva : “i have a dream” ( io ho un sogno) cioè quello di realizzare una viabilità tale da permettere escursioni turistiche e posti ricreativi, in modo da allietare non solo gli adulti ma anche i bambini che lontani dallo smog cittadino, potrebbero respirare aria salubre, scalmanarsi tra la vegetazione e godere del magnifico panorama.
Il mio resterà un sogno ma “ La Torre” che è una realtà, attende fiduciosa che ”in questa grande immensità, qualcuno pensi un poco a me”.
Dr. Achille LAMESI Sig.ra Anna LAMESI